Giugno 6, 2022 La Medicina dell’Anima
Poiché il principale nemico è la disumanizzazione, la soluzione deve consistere nella nuova umanizzazione e nella restaurazione della natura umana.
La fonte deve essere una filosofia basata sull’umanesimo.
Tribalismo
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Di norma, le tribù sono legate da un totem (una bandiera, un libro, un’icona) che simboleggia la loro unità e fa appello ai loro sentimenti.
Un tempo il tribalismo consentiva a piccoli gruppi di unirsi come effettive unità sociali e forniva agli individui motivi forti, non altruistici, di accantonare o risolvere le proprie divergenze competitive per il bene del gruppo: è più semplice per ciascun individuo prosperare se ha aiutanti ed alleati fidati.
Per far parte di una tribù, bisogna essere disposti a disumanizzare i membri delle altre tribù.
Ed è qui che il tribalismo smette di essere un fattore di progresso umano.
Il potere positivo del tribalismo ci ha fatti uscire dalle caverne e ci ha condotti fino alla civiltà, ma a costo di rafforzare pregiudizi irrazionali e di fomentare guerre.
Quando il tribalismo sfugge di mano può causare danni enormi.
È uno dei motivi principali per cui non riusciamo ad andare d’accordo.
Le tribù primitive erano poco numerose e tutti i membri si conoscevano bene.
La tecnologia ha fatto sì che le tribù diventassero sempre più grandi, al punto da poter comprendere un’intera nazione politica o religiosa.
Aumentando le dimensioni delle tribù, è aumentata anche la portata del danno che può essere inflitto quando i suoi membri sono eccessivamente zelanti nel loro tribalismo.
Anche se i membri di queste tribù così numerose non si conoscono più di nome o di viso, possono e potranno essere mobilitati grazie al potere unico del linguaggio umano per odiare altre tribù grandi, composte da un numero ancora maggiore di persone che loro non conoscono.
I bambini imparano a sentirsi desiderati, amati e accolti non soltanto dai propri genitori e dalle rispettive famiglie, ma anche dalla tribù di cui fanno parte.
Gli attaccamenti emozionali che i bambini sviluppano nei confronti della propria tribù sono profondi e duraturi quanto quelli che nutrono nei confronti dei loro genitori e delle loro famiglie.
L’unica differenza sostanziale è che i genitori e le famiglie sono composti da persone che possono essere amate o odiate in maniera personale, mentre le tribù sono formate da credenze condivise, come storie e tradizioni, che possono essere amate o odiate in maniera impersonale.
Ecco, ad esempio, una coppia di manipolatori che fanno del tribalismo la loro arma “segreta” (ma non troppo).
Notare come categorizzano il “nemico” e lo definiscono come un male per loro.Ma la domanda è : chi sono “loro” ?
Infatti, agiscono esattamente come dei tiranni, dividendo e creando conflitti.
Un dissenso controllato, ben orchestrato e camuffato.Affermano di combattere per l'”umanità“.
Tuttavia, categorizzano un gruppo e lo attaccano.
Raccolgono seguaci e li conducono verso quello che viene chiamato “pensiero unico“, una sorta di pensiero comune a un alveare.
Una situazione potenzialmente molto pericolosa.Per quanto mi riguarda, il mio lavoro non consiste nell’appropriarmi della verità, ma nel costruirla passo dopo passo.
Senza paura di sbagliare.
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L’odio è un attaccamento negativo a qualcuno di specifico, dotato di nome e identità.
Anche il razzismo e il sessismo, chiari esempi di identificazione con il proprio gruppo fino al punto di non riuscire più a scorgere l’elemento umano nell’altro, rappresentano un attaccamento negativo, ma non rivolto a qualcuno in particolare.
Si tratta piuttosto di un attaccamento negativo rivolto a un intero gruppo di persone che non si conoscono nemmeno.
Se ci si ferma a riflettere, è piuttosto incredibile che si possa provare odio per qualcuno che non si conosce.
Ma se la tua tribù ha un’idea radicata e accettata pedissequamente da tutti, per esempio che i membri di qualche altra tribù sono nemici, allora, che ti piaccia o no, per essere accettato dovrai condividere anche questa idea.
La maggior parte degli esseri umani ritiene essenziale essere accettata dalla propria tribù.
Così facendo, però, si finisce per creare un attaccamento negativo nei confronti dell’altra tribù, al punto che, ogni volta che se ne sente il nome, si è condizionati a reagire con emozioni negative.
Questi pregiudizi vengono spesso rinforzati da tradizioni tribali, propaganda o telegiornali che narrano di atti eroici, come omicidi violenti, commessi dai membri della propria tribù, e di vili atrocità commesse dai membri delle altre tribù.
Pertanto, se mai incontrerai qualcuno che appartiene all’altra tribù, lo considererai un nemico implacabile, un individuo cattivo per natura.
Naturalmente, hai anche la possibilità di amare le persone che non conosci di persona, riconoscendo e rispettando la natura umana di ognuno.
Ma amarli richiede molto più coraggio che odiarli.
Se ti rifiuti di ricambiare il male con il male, come ha insegnato Socrate, o se ami i tuoi nemici, come ha insegnato Gesù, o se cerchi di conferire potere agli individui, come ha insegnato Nichiren, o se ti rifiuti di avere nemici, come ha insegnato Gandhi, allora, con tutta probabilità, sarà proprio la tua tribù a rivolgersi contro di te, perché se ami persone che non conosci, anziché odiare tribù immaginarie, sembrerai minare la forza di coesione della tua tribù.
Platone si è occupato di questo argomento nel Mito della Caverna..
Metteva in guardia dai pericoli mortali a cui un qualsiasi essere umano illuminato, fuggito dalla grotta e ritornato volontariamente per liberare gli altri dalla prigionia basata su informazioni errate e condurli fuori dall’oscurità verso la luce del bene, della verità e della giustizia.
“E non ucciderebbero chiunque tentasse di liberarli e condurli fuori, se mai ne avessero la possibilità ?”
Hai il coraggio di amare l’umanità a qualsiasi costo ?
Se un numero considerevole di persone possedesse questo coraggio, sarebbe l’unico modo per andare avanti pacificamente.
Siamo molto più legati gli uni agli altri di quanto pensiamo.
E quando un numero ancora maggiore di persone arriverà a considerarsi esseri umani unici e non membri di questa o quella tribù, le cose andranno nettamente meglio.
Fonte consultata : Lou Marinoff, Le pillole di Aristotele