Un distinguo importante

Novembre 12, 2009 Il lato oscuro degli scacchi


Un distinguo importante

C’è però da fare un’importante distinzione.

Nel caso degli scacchisti, non credo che abbiano paura di essere “beccati” mentre hanno contatti con me.

Credo piuttosto che ormai mi considerino una persona da evitare per tutta una serie di motivi : dalla vicenda del Tal Lentate, ai Tirapacchi, all’articolo sulla “strana” dimenticanza di Cillo, al mio addio polemico all’ambiente e a molti altri.

In sostanza, loro sanno benissimo che qui diciamo cose vere e documentate che non si trovano sugli altri siti.

Ma è proprio questa la loro paura : che guardando in faccia la realtà del loro movimento, il loro giocattolino diventi ancora più piccolo.

È un po’ come una persona che sa di avere una malattia, ma non vuole farsi visitare perché sa che il dottore le dirà esattamente di che disturbo soffre.
Temono di perdere amici e di litigare tra loro se parlano dei tanti problemi che affliggono il loro movimento.

Per loro è mille volte meglio ritrovarsi sempre tra le stesse quattro persone che si conoscono da una vita.

Questo è il problema degli ambienti piccoli.
Se un valido manager con esperienze di alto livello andasse a lavorare in un’aziendina padronale, dopo una settimana sarebbe costretto ad andarsene.

Perché magari direbbe loro che il figlio del titolare è inetto o che il direttore amministrativo è un ladro che manipola i bilanci.
E allora gli direbbero : “A noi sta bene così, abbiamo sempre fatto così e non ce ne frega nulla di cambiare. Chi sei tu per comandare a casa nostra ?“.

Ed è quello che succede nell’ambiente degli scacchi in Italia.


Un distinguo importante
Un distinguo importante. Non avrei mai dovuto andare in un posto così piccolo, legato alle tradizioni e ai personaggi storici locali…

Del resto, la mia triste vicenda con il Tal Lentate ha esattamente questa spiegazione.

Non avrei mai dovuto andare in un posto così piccolo, legato alle tradizioni e ai personaggi storici locali.

Vedere il loro idolo locale, Fabio Romanò, cresciuto all’oratorio, tutto bellino e carino, che si stava per sposare dopo il classico corso prematrimoniale con il parroco del paese, colui che vinceva tutti i tornei o quasi, essere sempre e comunque “umiliato” dalla sottoscritta, così fuori dagli schemi (quantomeno nella loro mentalità chiusa), zero partite vinte, due patte di cui una molto fortunosa e ben sette sconfitte.

Mi accorgevo dei gesti di delusione di molti ad ogni sua sconfitta e delle esultanze nemmeno troppo malcelate da parte dei suoi fan quando sembrava che le cose potessero mettersi bene per lui.

Per tutti loro, vedere la sottoscritta vincere in tutto ciò a cui partecipavo era inammissibile.

Ma soprattutto ciò che li faceva rosicare e consumare quantità industriali di Maalox era vedere la sottoscritta apprezzata e amata dalla gente del posto e desiderosa di apportare un vero cambiamento da una realtà locale a una assai più professionale.

Alla fine, tutto questo insieme è stato troppo per loro.

Perciò hanno deciso di boicottarmi e di distruggere il mio ottimo lavoro.


Un distinguo importante
Un distinguo importante. Avrei dovuto rinunciare sin dall’inizio…

Ma l’errore principale è stato sicuramente mio.
Avrei dovuto rinunciare sin dall’inizio.

Avrei dovuto farlo subito, dopo appena tre mesi, quando avevo già capito quanto quell’ambiente fosse ostile alla mia persona e soprattutto alle mie idee di cambiamento.

Da questa esperienza ho capito che non bisogna mai cercare di cambiare l’opinione di una persona o di un ambiente.
Se non ci si trova bene, se non si è apprezzati o se, ad un certo punto, si capisce che l’ambiente è ostile, è necessario lasciar perdere immediatamente e cercare subito altrove.

Dai più grandi errori commessi si apprendono sempre le lezioni più importanti.


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