Un triste addio

Febbraio 15, 2005 Memorie dal sottoscala


Un triste addio

Un triste addio
Un triste addio…

…a tutte le liste italiane a tematica T* e non solo a cui sono iscritta attualmente.

Senza alcun rimpianto.

Credevo di aver imparato qualcosa in più su di me, credevo di poter essere apprezzata per quello che sono, per il mio carattere, per la mia sensibilità, per la mia voglia di fare.

Invece mi sono scontrata con i peggiori ambienti che abbia mai visto in vita mia, per certi versi.

Luoghi dove sono stata discriminata solo per il fatto di essere una persona normale che ha voglia di vivere una vita normale.

Non un animale da zoo, quindi.

Finora non ho mai avuto problemi di discriminazione, mi spiace carissime… non sarà perché voi volete essere rinchiuse in gabbia ?
Non sarà perché non siete quello che siete e, soprattutto, non vi ritenete normali ?

 

E non sono nemmeno una “militonta“.

Eh già, perché se non sei indirizzata, schedata e non la pensi esattamente nello stesso modo, vieni discriminata, a meno che tu non abbia voglia di litigare all’infinito.

No, mi spiace, io non sono una persona rancorosa né ho voglia di cercare risse.

E siccome determinati ambienti mi hanno reso nervosa, e in questo momento non voglio e non posso permetterlo, ho deciso di andarmene.
In questo momento si decide una buona parte della mia vita.

Mi spiace per voi, carissime.
So quello che valgo e quello che posso dare.
Sono i fatti, non le chiacchiere, a parlare.

La maggior parte di voi predica molto bene in pubblico, ma poi in privato razzola molto male.

Non sta certamente a me giudicare né parlare di questi fatti, chi è senza peccato scagli la prima pietra, diceva qualcuno molto importante.
E, soprattutto, prima di giudicare e di parlare a vanvera, bisognerebbe quantomeno ascoltare le ragioni degli altri.

Ma si sa, l’invidia è davvero una brutta bestia, soprattutto quando si ha davanti qualcuno che, con molti sacrifici, costruisce piano piano il proprio futuro.

Io sono una persona costruttiva, non distruttiva.

E soprattutto, prima di esprimere dei giudizi, bisognerebbe conoscere.
Anche se me ne sto zitta, osservo.
Ma soprattutto ho due grandi doti.

La prima è la capacità di analizzare con assoluta imparzialità.
La seconda è una sensibilità particolare che mi permette, con un margine di errore molto basso, di comprendere subito quello che altre persone vogliono fare.

Continuerò comunque a osservarvi.
Perché voglio capire fino a che punto e dove volete arrivare.

Perché, contrariamente a quanto pensate, è utile ascoltare, analizzare e capire quello che fanno le persone che sono diametralmente opposte a te.

Ti arricchisce.
Perché sai quello che tu non devi fare e non devi essere.

Osservando i propri errori e quelli degli altri, si evita di farne altri.
Questo si chiama spirito autocritico.

Purtroppo, questo è un triste addio.


Veronica