Marzo 12, 2023 EcoAnemia
Intimiditi, storditi dal linguaggio della finanza strutturata.
Troppo lontani dall’immediatezza brutale della produzione fisica e quotidiana.
Una storia vera
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Una quindicina di anni fa un piccolo imprenditore, dopo anni di intenso lavoro, aveva deciso di separarsi dall’azienda che aveva fondato più di trenta anni prima.
La figlia si occupava d’altro, l’età avanzava, il mercato non era più così promettente.
Buone ragioni per vendere.
La cifra offerta non era affatto disprezzabile.
“Quando mi ricapiterà un’occasione così ?”
“E’ ora di riposarsi, di fare altro.”
L’azienda cambia proprietà e l’ormai ex-imprenditore si trova alle prese con un problema non piccolo e di cui non è particolarmente esperto.
Cosa fare dei propri soldi.
Scartate offerte troppo semplici si fa sedurre dalle promesse di un financial planner tanto abile nelle parole quanto temerario negli atti.
È assai curiosa la grande facilità con cui molti una volta alle prese con i propri risparmi finiscano per smarrirsi.
Intimiditi, storditi dal linguaggio della finanza strutturata.
Troppo lontani dall’immediatezza brutale della produzione fisica e quotidiana.
L’ex-imprenditore non sa (o non si preoccupa) che gli alti rendimenti offerti sono correlati a rischi ugualmente elevati ed invisibili ai non addetti ai lavori.
Un giorno il suo financial planner di fiducia lo chiama.
“Mi dispiace, ma il suo patrimonio è sceso un po’ .”
“Di quanto ?“, domanda l’incauto investitore, rassegnato ad una svalutazione del proprio investimento, ma non di più.
”Intorno al 74% del valore iniziale“.
Il signor Rossi si sente ingannato.
Perduto.
Sconfitto.
Umiliato.
Assalito da un colossale senso di colpa.
Poi la decisione di tornare al proprio vecchio lavoro.
”Cos’è successo ?“.
“Mi sono stufato di non fare nulla tutto il giorno“.
Ma l’incauto imprenditore confiderà agli amici :
”Sono stato un pirla“.