Marzo 5, 2024 Erotismo d’autore
Una vicenda, tutto sommato, molto triste.
Una vicenda molto triste
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La sera del 30 agosto 1970 arriva una telefonata alla Squadra mobile di Roma : si tratta di un omicidio avvenuto nell’elegante quartiere Parioli della capitale, in via Puccini, dove ben presto accorre il capo della Squadra mobile Valerio Gianfrancesco con la sua squadra.
È una serata molto calda, una tipica domenica romana, caratterizzata da un’aria irrespirabile ; la polizia irrompe nell’appartamento e sul letto trova il cadavere di una donna, Anna Fallarino Casati.
I suoi occhi sembrano ancora spalancati dalla paura e dallo stupore.
In un angolo c’è Massimo Minorenti, che si scoprirà essere il suo amante.
Infine, riverso a terra, il corpo di Camillo Casati, marchese, un ricchissimo e viziatissimo esponente della nobiltà romana.
Per terra viene ritrovata una Browning 20, dalla quale mancano sei colpi, esplosi in direzione delle vittime.
L’ultimo colpo ha ucciso Casati : una parte del suo volto e un orecchio sono schizzati sulla parete, imbrattando un quadro.
In definitiva, non molto sangue : la vicenda sembra chiusa e il caso risolto senza alcun dubbio, un classico delitto passionale.
Subito comincia la perquisizione dell’appartamento e iniziano le sorprese : all’interno di un cassetto vengono trovate centinaia di foto audaci che ritraggono la bella moglie Anna Fallarino in pose decisamente esplicite, dal nudo più casto a quello più spinto.
Inoltre, è stato trovato un diario in pelle verde, le cui pagine contengono le descrizioni degli incontri sessuali della Fallarino con molti amanti, redatte a mano dal Marchese Camillo.
Ogni incontro erotico della donna è descritto nei minimi dettagli.
Si tratta di un diario in cui il marchese annota minuziosamente i suoi incontri con giovani, militari e persone che partecipano, spesso all’oscuro, alla teatralizzazione del vizio di Camillo Casati.
“Oggi Anna ha incontrato un militare dell’aeronautica.
Era giovane e bello.È stato un incontro fantastico.
Anna era felice e partecipava intensamente”.
O ancora :
“Eravamo sul litorale di Fiumicino, molte persone la guardavano.
Abbiamo scelto un giovane.È stato appagante.
Lo abbiamo ricompensato con trentamila lire”.
Oppure :
“Mi piace quando sei a letto con un altro, sento di amarti ancora di più”.
In questa sua ossessione erotica, il marchese spinge la compiacente Anna a oltrepassare ogni possibile limite.
A un certo punto del diario, Camillo racconta la sua totale dipendenza dalla moglie, arrivando profeticamente a prospettare la sua morte in caso di abbandono da parte di lei.
Misteriosamente, il contenuto di questo diario finisce sui giornali e il caso esplode in modo fragoroso.
Le capacità amatorie della moglie del marchese vengono messe in luce al di là della loro veridicità storica, facendo emergere un quadro di sesso, voyeurismo e perversione portata ai massimi limiti.
Anna Fallarino è la seconda moglie del marchese, sposata nel 1959.
Al momento della tragedia ha 41 anni, è una donna bellissima e affascinante.
Per valorizzare ulteriormente il suo bel corpo, la donna non esita a rivolgersi al chirurgo estetico.
Una delle sue protesi al silicone viene ritrovata sul letto in cui giace senza vita.
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Ma cosa ha spinto Anna a soddisfare un marito affetto da voyeurismo e ad accettare l’umiliazione di accoppiarsi con molti uomini ?
Quali sono, nel dettaglio, gli argomenti, le motivazioni e gli elementi che hanno portato a una relazione così complessa ed esclusiva tra i due coniugi ?
Cosa ha potuto spingere la Fallarino verso una dipendenza totale dal marito ?
Le risposte sono molteplici e non tutte di facile comprensione.
La nobiltà del marchese ha sicuramente una parte rilevante : era ricchissimo, pieno di sé, possedeva tutto e anche qualcosa in più del necessario, ed Anna era stata conquistata dal prestigio che questo personaggio trasmetteva.
Lei non era una nobile e questo probabilmente era un peso per lei.
Per questo motivo, non si sa con quanta disponibilità, o meglio, quanto volentieri, accetta questo gioco a metà tra l’intrigante e il degradante, creato dalla situazione erotica in cui si trova.
Di fatto, però, la donna accetta periodicamente i protagonisti che il marito le propone per gli incontri sessuali.
Fra di loro ci sono praticamente sempre ragazzi prestanti, che tuttavia sono rigorosamente a pagamento, come a sancire un rapporto mercenario, di semplice scambio di sesso, come quello che si è creato.
Senza anima, quindi.
Questa è bandita.
Infatti, nel diario, il marchese manifesta più volte la paura di un suo potenziale coinvolgimento sentimentale da parte della moglie.
Tuttavia, la sua ossessione erotica va oltre la semplice dimensione voyeuristica del sesso.
Il marchese sente l’esigenza di rendere immortale la sua donna.
Le numerose foto ritrovate manifestano un autentico “amore” per la sua compagna, scattate in pose non solo impudiche, ma anche eleganti, talvolta con inconsueta dolcezza.
Contemporaneamente, nell’opinione pubblica cresce anche l’interesse per questa vicenda, nascono dibattiti e approfondimenti, e piovono violente critiche soprattutto nei confronti di quello che viene descritto come un mondo di depravazione e devianze, ovvero la classe medio-borghese nella sua totalità.
Cosa porta il marchese a compiere il suo ultimo gesto ?
Più che un’ipotesi, una vera e propria certezza : Anna si è finalmente innamorata.
Il giovane Minorenti è un bel ragazzo e lei nutre più di una semplice attrazione sessuale nei suoi confronti.
Gli incontri tra i due diventano quindi segreti, ma Camillo viene a sapere tutto.
Non vuole rinunciare né alla sua compagna né al suo giocattolo preferito.
Questo porta alla conclusione del dramma.
Il giorno del delitto, il marchese dice al maggiordomo di voler essere lasciato solo.
Tutti e tre si riuniscono quindi nell’appartamento per quello che sarà l’ultimo incontro sessuale.
A questo punto scoppia la tragedia.
Camillo uccide prima la moglie, poi il giovane e infine punta l’arma contro se stesso.
Questo sarà stabilito in seguito dalla polizia scientifica.
La dinamica è quindi questa, ma come già detto l’opinione pubblica è sconvolta.
Non mancano gli interrogativi su alcuni stralci del diario nei quali, secondo alcune ipotesi, sarebbero presenti nomi di attori e personaggi del mondo dello spettacolo.
Sono solo illazioni ?
A vent’anni di distanza dai fatti, il capo della Mobile ha escluso, per esempio, che la coppia facesse uso di sostanze stupefacenti, così come ha escluso la loro partecipazione a orge o a situazioni che coinvolgevano altre donne.
Ha negato in modo assoluto la presenza di fotografie in cui la Fallarino era immortalata in atteggiamenti saffici con altre donne, oltre a scartare l’ipotesi che il movente dell’omicidio fosse da ricercarsi in un ipotetico ricatto nei riguardi del giovane Minorenti.
Inoltre, ha sottolineato come fosse prioritario accertare esattamente le dinamiche dell’omicidio, al fine di chiarire a chi spettasse l’enorme eredità del marchese, che alla fine è andata alla figlia di Camillo Casati.
Proprio Annamaria Casati ottenne il sequestro di una pubblicazione oscena in cui comparivano numerosissime foto, unitamente a un reportage di tipo diffamatorio, peraltro inventato di sana pianta.
Verranno inoltre cercate le famose 1.500 foto, che finiranno in parte disseminate un po’ ovunque.
E non si scoprirà mai in che modo questo materiale sia arrivato alla stampa, un altro mistero.
Ci sono solo sospetti, non certezze.
Ed è proprio lo scaltro lavoro di dosaggio svolto da questa “mano occulta” che ha contribuito per lungo tempo ad accrescere la curiosità attorno al caso.
Una vicenda, tutto sommato, molto triste.
Avvenuta all’interno di un ceto sociale ormai abituato a digerire rapidamente gli scandali.
Il caso finirà sepolto negli archivi giudiziari, insieme a tutte le vicende legate alla vendita della sontuosa residenza di Camillo Casati ad Arcore, la famosa Villa San Martino.
Questa, però, è un’altra storia.