Uno scempio ampiamente previsto (almeno da me)

Gennaio 6, 2013 MacroEcoAnemia


Uno scempio ampiamente previsto (almeno da me)

Uno scempio ampiamente previsto (almeno da me)
Uno scempio ampiamente previsto (almeno da me)

Uno studio del 2010 di Almalaurea indicava in 2.000 euro al mese la retribuzione media degli ingegneri a 10 anni dalla laurea.
A tre anni eravamo sui 1.500 euro.

Faccio presente che si trattava di interviste, non di dati tratti dalle buste paga : infatti le persone in condizioni di precariato che lavorano tre mesi sì e due no, e poi sei sì, tendono a indicare il guadagno “circa” che percepiscono in quel periodo.

Inoltre, i valori oggi sono quantificabili almeno del 30-40% più bassi, questo nella migliore delle ipotesi.

Infatti ho due amici sulla quarantina, laureati con il massimo dei voti e con un’esperienza di lavoro di molti anni in posizioni di rilievo, che sono stati licenziati in tronco per i disinvestimenti da parte di aziende straniere e che da mesi cercano uno straccio di lavoro.
E non lo trovano.

Certo, se uno ha un lavoro sicuro e magari un bel gruzzoletto in banca, cosa gli importa della crisi ?

È molto più figo dire che va tutto bene, visto che le cose appaiono in modo diverso a seconda della prospettiva dalla quale si osservano.
Un primario ospedaliero con un buon patrimonio ereditato e una moglie con uno stipendio alto sosterrà che la crisi non esiste : un marito che incassa 500€ al giorno dalle visite private, rispetto ai 1000€ di prima, non può certo lamentarsi.

Suppongo, invece, che il commerciante con debiti enormi, affitto arretrato e Equitalia alle calcagna abbia buone ragioni per lamentarsi.

Ma è colpa sua : poteva fare il primario, l’avvocato di grido, oppure il dirigente in una pubblica amministrazione, e magari sposare una donna ricca.

“Per crescere, il Paese ha bisogno di tornare competitivo. (…) L’Italia ha solo due opzioni : la prima è quella di aumentare la competitività, la seconda è invece quella di ridurre i costi, a partire da quelli del lavoro.

Ed è proprio ciò che sta succedendo.

Il continuo aumento della disoccupazione spinge chi cerca lavoro ad accettare compensi sempre minori pur di avere un’occupazione, ridando così un po’ di competitività di prezzo alle imprese”.

È la deflazione competitiva di Monti.

Sono anni che continuo incessantemente a ripetere questo concetto : basta andare a guardare l’archivio.
In altre parole, per rendere l’industria italiana competitiva, Monti vuole cinesizzarci, rendendoci disposti a lavorare 12 ore al giorno per 700 euro al mese, senza nessuna prospettiva né di pensione né di sicurezza del posto di lavoro.

Come ?

Attraverso la disoccupazione, la precarizzazione e la distruzione del risparmio privato.
Ci stanno riuscendo senza alcuna fatica.

Vi ricordate quando vi dicevo che dopo la caduta del “male assoluto” la situazione sarebbe precipitata come nell’ormai celeberrimo ramo d’iperbole da me periodicamente sempre citato, e che soprattutto il tutto era dovuto al fatto che il nano (che ho sempre osteggiato sin dal 1994, lo ripeto ancora per la 345a volta come minimo) si era messo di traverso alla mafia UE e quindi doveva in ogni modo essere rimosso ?

A distanza di un anno e mezzo da allora, ecco la valutazione analitica dell’Italia rispetto alla media UE, confrontando i parametri fondamentali dell’economia reale e della finanza pubblica (numeri reali, non le solite chiacchiere da bar che si sentono in giro) : esattamente l’opposto di quanto viene normalmente detto dai mass media.

Una soddisfazione per la mia autostima personale, certo, soprattutto considerando gli insulti che ho ricevuto l’anno scorso da parte di persone squallide che mi hanno pesantemente dileggiata senza immaginare cosa sarebbe successo in seguito.

Ma, come al solito, si è rivelato assolutamente inutile dal punto di vista pratico (per i soliti motivi).

L’analista – nonché trader – più sottovalutata dell’intero pianeta ha ancora una volta fatto centro.


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