Si tratta di un film già visto in passato molte volte e che gradualmente si estenderà in tutto il mondo.
Ma non ha mai sortito l’effetto voluto perché, in un momento di panico, solo i ribassisti acquistano.
I book si svuoteranno.
E i listini continueranno a scendere, come è sempre successo in passato.
Il mio archivio serve esclusivamente a questo.
Dicembre 20, 2019
VXX
Una semplice operazione di copertura ?
Il Vix (VXX) ha toccato ancora una volta nuovi minimi.
Ma soprattutto, il rapporto tra il Vix e il VXV (volatilità a tre mesi, VXX/VXV) ha raggiunto minimi quasi storici.
Durante i bull market più duraturi, è vero che il VIX si mantiene costantemente sotto 20.
Tuttavia, il mercato in questo momento sta probabilmente sottovalutando ogni possibile pericolo.
La percezione del rischio sembra davvero troppo bassa e l’umore che si percepisce è “greedy” e non “fearful“.
Ed è stato un “misterioso” operatore nei giorni scorsi ad acquistare ben 75.000 opzioni sul VXX ampiamente Out of the money a prezzi stracciatissimi (0,50 $), con scadenza il 21 marzo 2020.
Si tratta di una semplice operazione di copertura oppure di un improvviso aumento della volatilità in arrivo nelle prossime settimane ?
Mistress Sachs (and others)
Il solito giochetto che ormai va in onda da diversi mesi…
Volumi sempre più in diminuzione.
Gli indici disegnano delle V-Spike sempre più profonde.
Sfruttando l’illiquidità dei mercati nella sessione after hours, prima vengono fatti scendere i futures USA (agendo soprattutto sul VXX) fuori dagli orari normali di contrattazione.
In questo modo, i trader al dettaglio (ormai praticamente tutti catastrofisti ad oltranza) vengono spinti ad aprire posizioni ribassiste.
Solitamente, questo avviene dalle 18:00 alle 19:00 NYT, quando quasi tutte le piazze principali mondiali (escluso Sidney) sono chiuse.
Poco dopo (in concomitanza con l’apertura di Tokyo delle ore 19:00 NYT) iniziano le ricoperture da short selling.
Queste diventano sempre più violente a partire dalle 20:00 NYT (orario di apertura delle piazze finanziarie cinesi).
Così, le azioni nella sessione diurna del giorno dopo salgono, almeno nelle prime ore di contrattazione, per inerzia da ricopertura.
Un giochetto che va avanti da diversi mesi, orchestrato dalle principali banche d’affari made in USA (finanziate a costo zero o quasi dalla Federal Reserve).
Con la Mistress Sachs sempre in prima fila.
Lo scopo è abituare tutti gli operatori a sottostimare sempre di più il rischio di una profonda correzione degli indici, fino ad avere percezione nulla.
Che arriverà improvvisamente e soprattutto inaspettatamente.
Quando ormai nessuno se lo aspetterà più.
The big short
Ma in realtà era più azzeccata un’analogia con le polizze vita…
The Big Short è un film diretto dal regista Adam McKay (finanziato dalla casa di produzione Plan B Entertainment Inc., di proprietà di Brad Pitt) che racconta la fase iniziale della crisi finanziaria dei mutui americani (2006-2007).
Il film è molto aderente alla realtà nel descrivere ciò che è allora successo.
I banchieri sapevano perfettamente che stavano riempiendo i CDO di spazzatura e che questi sarebbero ben presto crollati di valore.
Tuttavia, non hanno minimamente compreso quanto velocemente la leva finanziaria di ciò che stavano rifilando ai “gonzi” che li compravano si sarebbe ritorta contro di loro.
Nel film, il regista paragona il mercato dei CDO a un gioco d’azzardo da casinò.
In realtà, però, l’analogia più calzante è con le polizze vita.
È sempre stato possibile stipulare un’assicurazione sulla vita.
Lo stesso può valere per qualcun altro che può stipulare una polizza sulla nostra vita.
Una multinazionale può stipulare una polizza (ulteriore) su un proprio manager che riveste un ruolo chiave nell’azienda.
In questo modo, esistono più polizze assicurative sulla vita della stessa persona.
Il premio eventualmente pagato sarà unico.
