Zero Hedge : giornalismo, propaganda, o piuttosto una macchina per fare soldi ?

Febbraio 21, 2023 EcoAnemia

La fredda logica dei mercati applicata all’editoria.

Veronica Baker


Zero Hedge : giornalismo, propaganda, o piuttosto una macchina per fare soldi ?

Zero Hedge è un ben noto sito web.
Milioni di lettori visitano Zero Hedge ogni mese, attratti dalla sua visione profondamente pessimistica su Wall Street.

Secondo Zero Hedge da sempre i mercati finanziari sono sull’orlo del collasso.
Un fatto che in questo momento mi trova completamente d’accordo ; ma ZeroHedge ripete incessantemente questo mantra dal 2009.

Tutti i post di Zero Hedge sono scritti sotto il nome d’arte di “Tyler Durden“, il personaggio anti-establishment interpretato da Brad Pitt nel film Fight Club.

Crediamo che non solo si debba essere a proprio agio con i post scritti anonimamente, ma che si debba sospettare di qualsiasi post che non lo sia“.

Questo è ciò che sostiene Zero Hedge nel suo “manifesto“.

Dal mio punto di vista, talvolta, anche se ormai sempre più raramente, il sito propone articoli piuttosto interessanti di analisi finanziaria “pura”.

Al contrario ritengo che i post politici siano decisamente scadenti e soprattutto di pessima qualità, con momenti in cui Zero Hedge cade decisamente non solo nel ridicolo, ma nella propaganda più bieca in stile Edward Bernays.

Zero Hedge
Tutti i post di Zero Hedge sono scritti sotto il nome d’arte di “Tyler Durden”…

“Tyler Durden” dichiarava che “è solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa” ; molto probabilmente un sentimento che riflette il percorso di carriera del fondatore di Zero Hedge, Dan Ivandjiiski.

Nato nella Bulgaria dell’era sovietica, nell’infanzia era considerato un ragazzo prodigio.

Parlava più lingue, era un pianista virtuoso, ed emigrò negli Stati Uniti per studiare biologia molecolare alla Pennsylvania University.

Dopo la laurea inizia a lavorare a Wall Street.

Nel luglio 2001 è assunto dalla banca d’affari di New York Jefferies & Co, superando poi a Novembre dello stesso anno gli esami di specializzazione nella compravendita di titoli finanziari (Serie 7 e Serie 63).

Nell’ottobre 2004 entra a far parte della banca d’investimento Imperial Capital LLC, con sede a Los Angeles, prima di trasferirsi nuovamente a New York nel maggio 2005 per entrare nella banca d’investimento Miller Buckfire LLC.

Mentre lavora presso Miller Buckfire, Ivandjiiski è indagato dalla FINRA per aver guadagnato $780 con un’operazione di insider trading avvenuta il 14-15 marzo 2006.

In May 2005 Ivandjiiski became employed by another firm, Miller Buckfire & Co. Nevertheless, before the financing deal for Hawaiian Holdings was announced, he obtained confidential documents that his former firm had prepared concerning the impending deal.

On March 14, 2006, while in possession of that material, non-public information, Ivandjiiski bought 1,000 shares of Hawaiian Holdings for $4.75 a share. On March 15th, when the new financing was publicly announced, the share price of Hawaiian Holdings increased 6%, to close at $5.30.

On March 21, 2006, Ivandjiiski sold his 1.000 shares of Hawaiian Holdings stock for $5.53 per share, for a profit of $780.
In settling these matters, neither Kelly nor Ivandjiiski admitted nor denied the charges, but consented to the entry of FINRA’s findings“.

Un’accusa piuttosto ridicola, visto l’ammontare irrisorio della cifra ; il che fa pensare che già all’epoca Ivandjiiski fosse considerato un personaggio piuttosto scomodo dall’establishment di Wall Street.

Zero Hedge
Ha richiamato l’attenzione sul problema del trading ad alta frequenza, o quant trading…

Nel settembre 2007, prima della decisione della FINRA, Ivandjiiski si era trasferito presso l’hedge fund Wexford Capital LLC, con sede nel Connecticut e gestito da un pool di ex trader di Goldman Sachs.

Dopo la decisione della FINRA, Ivandjiiski ha lasciato Wexford Capital e nel giro di poche settimane ha pubblicato il suo primo post sul sito Zero Hedge alle ore 16:00 del 9 gennaio 2009.

La visione iniziale di Zero Hedge era una versione dell’impertinente blog di Wall Street Dealbreaker, ma con contenuti di qualità decisamente superiore.

Nei primi anni di vita il sito ha continuamente sfidato mostri sacri dell’establishment finanziario come Goldman Sachs, guadagnando rapidamente lettori toccando temi allora poco conosciuti.

Ad esempio Zero Hedge è stato il primo che ha richiamato l’attenzione sul problema del trading ad alta frequenza, o quant trading.

Ma purtroppo ben presto il sito e soprattutto il suo pubblico hanno iniziato ad evolversi in modo assai negativo.
Opinioni odiose e soprattutto tossiche hanno ben presto iniziato ad inquinare la sezione dei commenti, nonostante Zero Hedge affermi nel suo disclaimer :

Il razzismo, compresa l’affiliazione religiosa, non sarà tollerato in NESSUNA FORMA su questo sito“.

In sostanza, intorno al 2012/2013 Zero Hedge è diventato un forum per “bianchi arrabbiati”, e, naturalmente, la qualità dei post pubblicati ne ha risentito pesantemente.

Interessante anche notare che ben presto (dopo un breve periodo iniziale sotto zerohedge.blogspot.com) fu registrato l’attuale dominio “zerohedge.com” : prima negli USA, poi in Lichtenstein, successivamente in Svizzera ed infine in Bulgaria nel 2011, tutto facilmente consultabile secondo i registri compilati da domaintools.com.

Inoltre i registri contabili hanno rivelato che Zero Hedge è da sempre di proprietà di una società chiamata ABC Media LTD, una società di diritto bulgaro il cui amministratore unico è Krassimir Ivandjiiski, padre di Dan ed ex esponente di spicco del KGB.

Il tutto è diventato di dominio pubblico nel momento in cui la moglie di Dan Ivandjiiski ha chiesto il divorzio nel 2018, adducendo differenze inconciliabili che derivavano in parte dalla “devozione servile” del marito al suo sito web.

Importante sottolineare come i documenti del tribunale hanno mostrato come il sito internet Zero Hedge di fatto pagasse le spese per il lussuoso stile di vita della coppia (un fatto che il vero Tyler Durden avrebbe senza dubbio aborrito), compreso una villa da $2.300.000, pagata con un mutuo estinto in soli due anni.

Zero Hedge
E’ esclusivamente il denaro che spinge imprenditori di successo nel fiorente business dei siti internet di news anti-establishment…

Zero Hedge è infatti stato redditizio fin dal primo giorno, ma l’ammontare degli utili del sito è un segreto strettamente custodito.

Dan Ivandjiiski ha infatti richiesto alla moglie, come condizione imprescindibile per il divorzio, un accordo di non divulgazione dei segreti commerciali di Zero Hedge.

Il tutto ha un significato ben preciso.

E’ esclusivamente il denaro, non l’ideologia, ciò che ha spinto Ivandjiiski ed altri imprenditori di successo nel fiorente business dei siti internet di news anti-establishment.

A loro interessa esclusivamente ciò che genera pagine viste.

Questo è il futuro verso cui stiamo correndo.

Un mondo in cui la “notizia” diventa qualsiasi materiale che attiri l’attenzione dei lettori, non importa quale, ed è fornita da una macchina che non distingue tra vero e falso o tra fatti argomentati e propaganda, purché massimizzi le entrate.

La fredda logica dei mercati applicata all’editoria.


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