Nella seduta odierna le azioni del Credit Suisse si sono inabissate, chiudendo a 1.70 Chf con una perdita di circa 25% del loro valore e toccando l’ennesimo minimo storico a 1.55 Chf in seguito ad una dichiarazione pubblica della Saudi National Bank (che detiene in questo momento il 9.9% del capitale di CS), la quale ha dichiarato che “non avrebbe iniettato altro denaro”.
Questa non è altro che un’altra pellicola già vista nel corso del 2008 : allora la protagonista con capitali sauditi era Citibank, che terminò la sua corsa al ribasso con l’azzeramento totale del suo valore azionario prima del salvataggio in zona Cesarini effettuato dalla Federal Reserve.
Il medesimo destino pare ormai pressocchè certo per la seconda banca elvetica.
Il presidente del Credit Suisse Axel Lehmann oggi infatti ha difeso la banca, affermando :
“Abbiamo già preso la medicina per ridurre i rischi.
Siamo regolamentati.
Abbiamo solidi coefficienti patrimoniali, un bilancio molto solido.
Abbiamo tutte le carte in regola, quindi non è un argomento da trattare”.
Dichiarazioni (di facciata) che ricordano quelle del Cav. nel 2011 riguardo le banche italiane.
Sappiamo come è finita allora la storia.
Se Axel Lehmann (nomen omen) avesse dichiarato invece qualcosa del tipo “siamo in difficoltà, abbiamo già preso contatto con le autorità” sarebbero già iniziate le ricoperture da short selling con un bel buy the dip.
Naturalmente i CDS a 5 anni si sono impennati al valore record di 625, ripiegando in parte nella parte finale della seduta odierna (in questo momento quotano 554.77).
Commento personale finale.
Il prossimo week-end (dopo le scadenze tecniche di venerdì 17, rotfl…) si rischia una riunione di emergenza a mercati chiusi, con il seguente ordine del giorno : iniettare fondi governativi a CS e salvare baracca e burattini con un matrimonio riparatore con i “compagni di merende” di UBS.
Ma a questo giro non sarà certo l’unico cadavere “eccellente”.
