Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : grafene cristallizzato !

Agosto 31, 2021 Grafene, Neurocontrollo, Studi scientifici

Le evidenze raccolte dalla revisione della literatura scientifica indicano che i frattali di grafene possiedono caratteristiche che ne favoriscono il ruolo di eccellente antena su scala nanometrica per le comunicazioni wireless in frequenza elevata, con picchi fino a GHz e THz.

Tale effetto è verosimilmente attribuibile all’emissione dell’effetto Cherenkov.

Veronica Baker


Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : grafene cristallizzato !

Ieri ho mostrato uno studio in cui è stato possibile identificare quello che con grande probabilità era un nanorobot a forma di nastro leggermente arricciato, noto anche come micronaders (Chen, XZ; Hoop, M.; Mushtaq, F.; Siringil, E.; Hu, C.; Nelson, BJ; Pané, S., 2017), presente nella microscopia eseguita da un team tedesco di ricercatori indipendenti, esposta nel documentario di Tim Truth (2021a).



Questa scoperta è molto rilevante, in quanto rappresenta la prima prova grafica della presenza di nanorobot nel sangue di chi è stato vaccinato.
Tuttavia, nel documentario sono state mostrate molte altre immagini che devono essere verificate accuratamente per comprendere e, soprattutto, per fare chiarezza sulla verità dei composti presenti nei “vaccini”, ma ancora più importante, per ottenere certezze sulle loro possibili e reali funzioni nell’organismo umano.

Mentre altri ricercatori stanno iniziando ad analizzare le fiale (Young, RO 2021) e stanno supportando i risultati della presenza di ossido di grafene già ottenuti dal medico (Campra, P. 2021), restano da scoprire molti dettagli legati all’interazione dei “vaccini” nel sangue.
Questo è il caso di cui si parla in questa voce.

Occorre davvero un impegno costante per identificare e trovare i modelli visibili nelle immagini dei campioni di sangue di persone “vaccinate“, che possano essere verificati da ricercatori e scienziati.

Pertanto, ancora una volta, attingendo ai campioni prelevati dal team tedesco di ricercatori indipendenti, avvocati e medici (Axel Bolland, Bärbel Ghitalla, Holger Fischer e Elmar Becker) nel documentario di Tim Truth (2021a), si ottiene l’immagine seguente (vedere la figura 1).


Grafene cristallizzato
Fig. 1 : Immagine di un campione di sangue prelevato dal team di medici tedeschi, vedi programma di (Tim Truth. 2021a)

Se si osserva da vicino l’immagine, si notano delle linee rette e dei motivi geometrici che non corrispondono a nessun campione di sangue analizzato in precedenza, come riconosciuto dal dottor Bärbel Ghitalla nel documentario.

Ciò è molto sospetto, poiché il sangue di solito non ha questa disposizione geometrica, il che fa pensare alla presenza di qualche elemento o materiale che la provoca.

Ebbene, dopo aver esaminato la letteratura scientifica, è stato scoperto che questo motivo geometrico è presente nell’ossido di grafene, pertanto la sua presenza nei cosiddetti “vaccini” è ora del tutto inconfutabile.

Più precisamente, è il fenomeno della cristallizzazione dell’ossido di grafene nel sangue che produce una struttura geometrica o frattale.
Pertanto, l’immagine corrisponde a un campione di grafene cristallizzato nel sangue.

In prima approssimazione all’immagine del grafene cristallizzato riportata nella figura 1, vale la pena menzionare (Geng, D.; Wu, B.; Guo, Y.; Luo, B.; Xue, Y.; Chen, J.; Liu, Y., 2013) e il loro studio sull’incisione frattale del grafene.

In questo lavoro vengono analizzate le forme e i modelli che il grafene acquisisce quando viene sottoposto a un controllo termodinamico su una lastra di rame.

Come si può osservare nella Figura 2, la forma geometrica che il grafene assume durante la cristallizzazione è molto simile a un fiocco di neve, con una ramificazione a forma di stella.


Grafene cristallizzato
Fig. 2 : Processo di cristallizzazione del grafene su lastra di rame. (Geng, D.; Wu, B.; Guo, Y.; Luo, B.; Xue, Y.; Chen, J.; Liu, Y. 2013)

La Figura 1 mostra solo una parte di questa stella che, senza alcun dubbio, si adatta perfettamente al modello di grafene.

È possibile verificarlo sovrapponendo le due immagini, che corrispondono quasi esattamente tra loro, come mostrato nella Figura 3.


Grafene cristallizzato
Fig 3 : La sovrapposizione della figura 2D sulla figura 1 mostra la coincidenza nel modello di cristallizzazione dell’ossido di grafene

Un’altra prova del modello di grafene cristallizzato si trova nella ricerca di Amsharov, K.; Sharapa, D. I.; Vasilyev, O. A.; Oliver, M.; Hauke, F.; Goerling, A.; Hirsch, A. (2020) sulla funzionalizzazione frattale del grafene.

Gli autori affermano testualmente : “In questo lavoro presentiamo un’indagine sistematica sulla regioselettività e sul tema dell’idrogenazione/alchilazione radicalica del grafene“.

Si tratta dell’espansione frattale di regioni funzionalizzate del grafene in un “processo di legame covalente sequenziale di idrogeno e radicali metilici ai bordi“, che porta alla formazione di una struttura a zig-zag come mostrato nelle figure 4 e 5.


Grafene cristallizzato
Fig. 4 : Crescita frattale del grafene funzionalizzato nella ricerca di (Amsharov, K.; Sharapa, DI; Vasilyev, OA; Oliver, M.; Hauke, F.; Goerling, A.; Hirsch, A. 2020)

Grafene cristallizzato
Fig 5 : Diversi modelli di cristallizzazione del grafene, sperimentati da (Amsharov, K.; Sharapa, DI; Vasilyev, OA; Oliver, M.; Hauke, F.; Goerling, A.; Hirsch, A. 2020)

Secondo i ricercatori, il livello di idrogenazione, diidrogenazione e addizione di radicali incide sui bordi che il grafene acquisisce, aumentando o riducendo la simmetria del frattale.

Questo è affermato nel modo seguente : “La regiochimica dell’idrogenazione/alchilazione riduttiva del grafene può essere razionalizzata come un processo di addizione radicale.
Ciò ci consente di sviluppare un modello generale per addizioni multiple e prevedere il complesso schema di addizione del grafene funzionalizzato in modo riduttivo“.

Le prove che si adattano perfettamente allo schema della figura 1 e alla temperatura alla quale si trova il grafene nel sangue sono facilmente verificabili, come si evince dallo studio di (Fang, J.; Wang, D.; DeVault, CT; Chung, TF; Chen, YP; Boltasseva, A.; Kildishev, AV, 2017) sui frattali fotorivelatori a grafene potenziato in superficie.

Come riconoscono i ricercatori, “il grafene ha dimostrato di essere un promettente materiale per il fotorilevamento grazie al suo assorbimento ottico a banda ultra larga, alla compatibilità con la tecnologia CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconductor) e alla sintonizzazione dinamica delle proprietà ottiche ed elettriche“.

Inoltre, aggiungono : “Abbiamo proposto un design della metasuperficie frattale simile a un fiocco di neve dorato per migliorare il plasmone, rendendolo insensibile alla polarizzazione e alla banda larga sul fotorilevatore di grafene.
Abbiamo ottenuto sperimentalmente un fotovoltaggio potenziato dalla metasuperficie frattale, che è un ordine di grandezza maggiore di quello generato da un semplice bordo oro-grafene, e tale aumento del fotovoltaggio si mantiene in tutto lo spettro visibile“.

Queste affermazioni sono molto importanti, poiché convalidano lo schema osservato nelle figure 1, 2, 3, 4 e 5, specificando la forma del frattale come un fiocco di neve altamente dendritico a cui vengono attribuite caratteristiche plasmoniche (proprietà ottiche del plasmone di grafene) ad alta fototensione.

Ciò significa che la radiazione Cherenkov può essere trasformata in questi plasmoni di grafene da GHz a THz, causando radiazioni ionizzanti grazie al suo effetto moltiplicatore (Zhao, T.; Hu, M.; Zhong, R.; Gong, S.; Zhang, C.; Liu, S., 2017).


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Fig 6 : Costruzione del frattale a forma di fiocco di neve strutturato su quattro livelli e distribuzione uniforme del campo elettrico nel quadrante (c). La lunghezza d’onda di eccitazione del plasmone di grafene è 530 nm.

Come si creano queste strutture di grafene cristallizzato ?

Ci sono diversi fattori che potrebbero influire sulla forma, sull’assemblaggio e sulla cristallizzazione del grafene.

In primo luogo, l’idrogenazione, come già menzionato nel lavoro di Amsharov et al. (2020).
In secondo luogo, la temperatura appropriata e le condizioni termodinamiche, come emerge dalla ricerca di (Zhang, G., Weeks, B., Gee, R. e Maiti, A., 2009) sulla crescita frattale nei film di nitrocellulosa organica, citata da (Zhang, X.; Hikal, WM; Zhang, Y.; Bhattacharia, SK; Li, L.; Panditrao, S.; Weeks, BL 2013) nel loro lavoro sull’inizio o l’attivazione di nitrocellulosa/ossido di grafene con laser o luce infrarossa (NIR Near Infrared).

I ricercatori affermano che “la temperatura dell’ambiente influenza il tasso di crescita dei rami.
Per quantificare l’effetto della temperatura, abbiamo misurato il tasso di crescita dei rami durante la ricottura.

A 30 °C, il tasso di crescita risulta essere 0,15 (± 0,03) μm / s.
Il tasso di crescita aumenta poi in modo quasi lineare e mostra un massimo interessante a circa 45 °C, per poi scendere sostanzialmente a zero a 60 °C.
Il riscaldamento aggiuntivo ha portato alla contrazione delle strutture dendritiche, con completa scomparsa a 85 °C“.

Ciò conferma, al di là di ogni dubbio, che l’ossido di grafene può sviluppare strutture frattali dendritiche alla temperatura abituale del corpo umano, presumibilmente a una velocità prossima all’ottimale, confermando l’esistenza di strutture di grafene cristallizzate nel sangue e spiegando, di conseguenza, la maggior parte dei fenomeni trombotici e avversi legati all’ossido di grafene.


Grafene cristallizzato
Fig 7 : Test di crescita frattale dendritico con modulazione termica. (Zhang, G.; Weeks, B.; Gee, R.; Maiti, A. 2009)

Un’altra spiegazione per la crescita delle strutture di grafene cristallizzate è la tecnica CVD (Chemical Vapor Deposition), che, sebbene non sia stata presa in considerazione nell’analisi del sangue qui discussa, merita comunque di essere menzionata.

Secondo (Massicotte, M.; Yu, V.; Whiteway, E.; Vatnik, D.; Hilke, M. (2013) e Zhang, X.; Zhou, Q.; Yuan, M.; Liao, B.; Wu, X.; Ying, M., 2020), è possibile proporre una tecnica CVD che porta alla formazione di cristalli esagonali a forma di fiocchi di neve, “altamente dendritici“, noti come “glafocones o graphlocons“.

Come indicato, l’obiettivo della ricerca è sviluppare un metodo ottimale per la formazione di dendriti nel frattale di grafene, al fine di garantire l’effetto Quantum Hall (QHE).
Secondo gli autori, “i transistor ad effetto di campo (FET) sono stati fabbricati in SiO2/Si sulla base di grafoconi (dal grafene) e la mobilità ad effetto di campo è risultata fino a 6300 cm2 V-1s-1, misurata a 4K.
Questi dispositivi hanno mostrato un ben sviluppato effetto Hall quantistico (QHE), nonostante i loro bordi dendritici“.

In altre parole, si ricercano frattali di grafene con ramificazioni significative per garantire l’effetto Hall quantistico nei “transistor ad effetto di campo“.

L’effetto Quantum Hall è il fenomeno osservato nei sistemi bidimensionali come il grafene o l’ossido di grafene 2D (Wang, L.; Gao, Y.; Wen, B.; Han, Z.; Taniguchi, T.; Watanabe, K.; Dean, CR 2015), in cui gli elettroni, se sottoposti a forti campi magnetici, sviluppano valori di conducibilità simili a quelli dei semiconduttori.

Questo risultato è molto rilevante, come riconosciuto da diverse ricerche finanziate dall’UE (CORDIS. EU 2015a | 2015b), in quanto rappresenta un elemento essenziale per la creazione di computer quantistici.

Ciò dimostra l’interesse della comunità scientifica e politica europea nello sviluppo della tecnologia del grafene con effetto Quantum Hall.

Si tratta, quindi, di una proprietà molto ricercata per migliorare le prestazioni ottiche delle antenne e aumentarne la capacità di banda nell’invio e nella ricezione di dati, come sostenuto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Berkeley (Bahari, B.; Hsu, L.; Pan, S.H.; Preece, D.; Ndao, A.; El-Amili, A.; Kanté, B.,. 2021) che hanno dimostrato come l’effetto Quantum Hall su un piano 2D sia “soggetto a un campo magnetico perpendicolare e consente la generazione diretta e integrata di fasci di momento angolare orbitali coerenti di grandi numeri quantici dalla luce che viaggia in orbite circolari e che perde all’interfaccia tra due strutture fotoniche topologicamente diverse.

Il nostro lavoro fornisce un accesso diretto al numero infinito di elementi di base del momento angolare orbitale e consentirà l’uso di sorgenti di luce quantistica multiplexate per applicazioni di comunicazione e imaging“.

In altre parole, l’uso di topologie frattali di grafene con bordi dendritici, come quello osservato nel campione di sangue in Figura 1, potrebbe rendere potenzialmente il grafene un’antenna in grado di trasmettere e ricevere dati, informazioni o comunicazioni.

Se a questi fatti si aggiunge il fatto che l’ossido di grafene è un materiale assorbente per tutte le onde elettromagnetiche, compreso il 5G (Chen, Y.; Fu, X.; Liu, L.; Zhang, Y.; Cao, L.; Yuan, D.; Liu, P. 2019), non ci sono più dubbi nell’affermare che abbia anche un effetto diretto sulle persone.

Perchè tutto questo ? Per quale motivo ?

Come riconosciuto nel lavoro di Nourbakhsh, M. Zareian-Jahromi, E. e Basiri, R. (2019), il frattale di grafene è un materiale ideale per assorbire e confinare onde elettromagnetiche (EM) terahertz.

Inoltre, l’assorbanza e la larghezza di banda della struttura sono pressoché indipendenti dall’angolo di incidenza fino a 60° per la polarizzazione TM (Trasversale Magnetica) e 30° per la polarizzazione TE (Trasversale Elettrica).

Questo dimostra ancora una volta una proprietà molto importante, poiché indipendentemente dall’angolo con cui si trova il frattale di grafene, sarà in grado di ricevere l’onda elettromagnetica.
Se i frattali di grafene sono nel sangue, sembra logico pensare che non si trovino sempre allo stesso angolo o posizione, il che richiede che il grafene cristallizzato e dendritico sia sempre in grado di ricevere il segnale.

Lo studio aggiunge anche che “la struttura ottenuta produce un’assorbanza a banda larga superiore a 0,9 su 0,88 e 8,12 THz.
La frequenza centrale degli spettri di assorbimento è di 4,5 THz e la larghezza di banda relativa è del 161%“.

Ciò coincide ancora una volta con gli studi già analizzati sull’assorbimento delle onde elettromagnetiche nello spettro 5G.


Grafene cristallizzato
Fig 8 : Frattale di base a forma di fiocco di neve che sviluppa l’assorbanza a banda larga. (Nourbakhsh, M .; Zareian-Jahromi, E .; Basiri, R. 2019)

Si può quindi confermare ancora una volta che l’obiettivo della creazione di questi nanocristalli di grafene frattalizzati può essere la realizzazione di nanoantenne per la ricezione, l’emissione e, nel peggiore dei casi, la moltiplicazione delle radiazioni assorbite, come già spiegato diverse volte.

Oppure si possono ottenere tutti questi effetti a seconda delle esigenze e delle circostanze.

Ad esempio, secondo il lavoro di Moghadasi, M.N.; Sadeghzadeh, R.A.; Toolabi, M.; Jahangiri, P.; Zarrabi, F.B. (2016), le nanoantenne di grafene in forma frattale verrebbero utilizzate per “applicazioni in medicina e spettroscopia“, con una modellazione finale che presenta la caratteristica dual band a 46 e 86 THz ed è implementata per il rilevamento biomedico in applicazioni nel medio infrarosso.

Sebbene la gamma di bande possa essere molto elevata, può essere ancora maggiore se si tratta di una nano-antenna frattale al grafene di tipo Sierpinski, come spiegano Boretti, A.; Rosa, L.; Blackledge, J.; Castelletto, S. (2020) nel loro lavoro, poiché può raggiungere frequenze da 215 THz a 8,34 dB.

Sono d’accordo con gli altri autori nell’affermare che “le antenne frattali nanometriche estremamente piccole e ad altissima frequenza basate sul grafene, un cristallo di carbonio bidimensionale dello spessore di un atomo, possono migliorare le comunicazioni wireless per applicazioni commerciali e militari.

Le nanoantenne basate su polaritoni plasmonici di superficie consentono la conversione della luce dallo spazio libero in volumi a lunghezza d’onda inferiore, stabilendo una forma di comunicazione che prevede il trasporto di elettroni liberi all’interno di reti di dispositivi nanometrici.

Questo approccio può avere un impatto importante in molte applicazioni, tra cui i sensori biochimici, le metasuperfici riconfigurabili, i dispositivi optoelettronici compatti, il monitoraggio avanzato della salute, i sistemi di somministrazione di farmaci e le reti di nanosensori wireless per la prevenzione degli attacchi biologici e chimici.

Il controllo dinamico e le proprietà riconfigurabili di queste antenne sono altamente desiderabili anche per le applicazioni sopra menzionate.

Grazie alle sue proprietà elettroniche uniche, il grafene è stato recentemente identificato come una piattaforma promettente per la costruzione di nanoantenne plasmoniche attive integrate per un’ampia gamma di lunghezze d’onda nel medio infrarosso“.

Questo materiale ha il potenziale per essere utilizzato in una vasta gamma di applicazioni, che includono la somministrazione di farmaci e il monitoraggio della salute.
La scala del materiale consente l’introduzione nel corpo umano, come mostrato nel campione di sangue nella Figura 1.

Le antenne frattali hanno la capacità di trasmettere dati wireless a una velocità di circa 1012 bit al secondo, come affermato da (Blackledge, JM; Boretti, A.; Rosa, L.; Castelletto, S. 2021).

Si afferma inoltre che “un’antenna Fractal Graphene è un’antenna sintonizzabile ad alta frequenza per comunicazioni radio nello spettro THz […] Tale antenna fornisce il potenziale per rivoluzionare le comunicazioni, almeno nel campo vicino (dell’ordine di pochi metri), per sistemi a bassa potenza.

Si sta anche esplorando l’approccio per generare sorgenti di THz utilizzando il grafene basato sul pompaggio laser a infrarossi per indurre una fotocorrente di THz“.


Grafene cristallizzato
Fig. 9. Schema dell’attivazione infrarossa del grafene e del suo campo di emissione elettromagnetica (EM) in THz. Si noti che la forma dell’antenna è un frattale di grafene 2D. (Blackledge, JM; Boretti, A.; Rosa, L.; Castelletto, S. 2021)

Ciò dimostra che i frattali di grafene sono radio-sintonizzabili nello spettro 5G e che, quindi, la loro modulazione è perfettamente fattibile nel contesto delle comunicazioni wireless, come ben sottolineato dagli autori dell’articolo.

Una volta compreso che i cristalli di grafene a forma di frattale sono di fatto antenne che agiscono secondo campi e onde elettromagnetiche, moltiplicando notevolmente la larghezza di banda e la frequenza, è necessario inserire un altro elemento fondamentale.

Perchè questa non è altro che la neuromodulazione.

Secondo l’articolo di Park, H.; Zhang, S.; Steinman, A.; Chen, Z.; Lee, H. (2019), i microelettrodi frattali più adatti alla neurostimolazione per prevenire la citotossicità causata dalla dissoluzione elettrochimica del platino nel cervello sono ricoperti di grafene.

Gli autori riferiscono quanto segue : “Sebbene il Pt (platino) sia generalmente considerato un materiale sicuro e inerte, è noto che subisce una dissoluzione elettrochimica irreversibile durante la neurostimolazione.

I sottoprodotti di queste reazioni elettrochimiche irreversibili sono noti per essere citotossici e possono danneggiare il substrato neurale circostante.
Con la riduzione delle dimensioni dei microelettrodi per interfacce neurali ad alta densità, è necessario disporre di elettrodi neurostimolanti più affidabili, sicuri e ad alte prestazioni.

In questo lavoro, dimostriamo che un monostrato di grafene può significativamente sopprimere la dissoluzione del Pt, mantenendo un’eccellente funzionalità elettrochimica“.


Grafene cristallizzato
Fig 9. Microelettrodi in platino rivestiti in grafene. (Park, H.; Zhang, S.; Steinman, A.; Chen, Z.; Lee, H. 2019)

Ciò significa che è possibile combinare le migliori proprietà del grafene e del platino per ottenere un elettrodo a nanoantenna a forma di frattale.

Tuttavia, se ci sono ancora dubbi sulla possibilità di creare elettrodi su scala nanometrica per il monitoraggio neurologico, si raccomandano i seguenti riferimenti (Marinesco, S. 2021 | Garcia-Cortadella, R.; Schafer, N.; Cisneros-Fernandez, J.; Ré, L.; Illa, X.; Schwesig, G.; Guimerà-Brunet, A. 2020 | Wang, M.; Mi, G.; Shi, D.; Bassous, N.; Hickey, D.; Webster, T.J. 2018).

I fatti stanno rivelando che i frattali di grafene cristallizzato sono persino adatti come elettrodi per il monitoraggio dell’attività cerebrale e quindi per la neurostimolazione, utilizzando le onde elettromagnetiche EM e anche la radiazione ad altissima frequenza, come dimostrato.

Riflessioni finali

Sembra ormai dimostrato che l’immagine del campione di sangue catturato dal gruppo di ricerca tedesco (precedentemente citato) in figura 1 corrisponda a un fenomeno di cristallizzazione frattale del grafene, causato dall’idrogenazione e da condizioni termodinamiche favorevoli, anche se altre cause o metodi non sono esclusi e devono ancora essere individuati.

Secondo la letteratura scientifica analizzata, i frattali di grafene sono ottime antenne su nanoscala per comunicazioni wireless che utilizzano alte frequenze nell’ordine dei GHz e THz, molto probabilmente a causa dell’effetto Cherenkov.

È stato anche dimostrato che i dendriti o rami del frattale moltiplicano la capacità di assorbire le onde elettromagnetiche, producendo l’effetto Quantum Hall ; queste strutture possono quindi fungere da antenne, transistor, emettitori, ricevitori, elettrodi, interruttori e inverter.

La catena di riscoperte ed evidenze qui presentate, secondo la letteratura scientifica, evidenzia ulteriormente l’intenzionalità, gli scopi, le strategie e le finalità delle campagne di inoculazione.

È inconfutabile che le persone inoculate possano presentare questi composti in tutto il corpo e, nel migliore dei casi, essere neuromodulati o, nel peggiore, subire danni irreversibili a causa dell’effetto moltiplicatore dei frattali di grafene di fronte alle radiazioni elettromagnetiche (EM).



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