Il ghepardo tradito

Settembre 20, 2009 Identità di genere, Storie di sport e di vita


Il ghepardo tradito

[…] La federatletica ha ammesso che Caster Semenya, campionessa del mondo degli 800 donne al centro delle polemiche sulla sua identità sessuale, era stata sottoposta già ad agosto, poco prima che cominciasse la rassegna iridata a Berlino, a una serie di test, i cui risultati non sono ancora stati resi noti.

“Non posso più dire bugie, ma in quel momento stavo agendo nell’interesse della persona Semenya”, ha detto Leonard Chuene, presidente della Federatletica sudafricana, in conferenza stampa.

“Credevo che le mie smentite in quel momento l’avrebbero protetta.
Non volevo bloccare il suo talento per i ‘rumors’.

Su quali basi avrei dovuto estrometterla ?


Il ghepardo tradito


Il mio unico errore è stato quello di prendere la decisione di farla correre, e ha vinto.

Ditemi chi non ha mai mentito per proteggere una bambina”.

Poi precisa : “I test sono stati effettuati il 7 agosto in base alle raccomandazioni di un medico della federazione, ma noi non conosciamo ancora i risultati” […]

Fonte : Reuters.com

Bene, anzi male.
Molto peggio di quanto mi sarei aspettata.

In pratica, la Federazione sudafricana era a conoscenza della situazione sin dall’inizio, ma ha fatto finta di nulla perché, in fondo, una medaglia è sempre una medaglia.

Hanno trovato una ragazza indigente proveniente dal ghetto, molto probabilmente semianalfabeta o quasi, e l’hanno buttata in pasto ai leoni pur di ottenere pubblicità mediatica e di vincere una medaglia in più.


leda


La Federazione sudafricana ha prima di tutto mancato di rispetto alla persona e pian piano stanno venendo a galla tutte le cose.

Ci sono molte responsabilità anche da parte della IAAF, ovviamente, che, pur essendo in presenza di un regolamento CIO molto preciso, ha preferito glissare fino alla fine, probabilmente perché aveva paura di essere accusata di razzismo dall’opinione pubblica nei confronti di un’atleta di colore.

La federazione sudafricana ha giocato in modo subdolo e assolutamente raccapricciante su questo fatto.
Deve essere radiata all’istante, senza alcuna pietà.


AIS


Il caso della Semenya rientra in una casistica di intersessualità AIS (più conosciuta nella letteratura medica come Sindrome di Morris) , che a sua volta  si divide in tre casi :

PAIS (Partial Androgen Insensitivity Syndrome)
CAIS (Complete Androgen Insensitivity Syndrome)
MAIS (Mild or Minimal Androgen Insensitivity Syndrome)

Ufficialmente, sapremo la risposta definitiva il 21 novembre, ma per me la situazione è chiara come la luce del sole: basta solo un po’ di conoscenza dell’argomento (anche sommaria, come la mia).

Riporto pari pari quello che scrivono le pubblicazioni mediche e che ho già tradotto diversi mesi fa su questo blog.
Leggete con attenzione.

Qui c’è tutta la spiegazione della situazione e, soprattutto, su cosa ha giocato la aberrante speculazione della federazione sudafricana.

A questo punto, una breve digressione.
I giornali continuano a riportare i termini ermafrodita o ermafroditismo in modo ambiguo e/o ignorante e volontariamente impreciso.


locandina ais 2

L’ermafrodita è una creatura mitologica e non esiste tra gli esseri umani : nessuna persona ha al tempo stesso organi genitali completi sia maschili, sia femminili.

Questo termine è stato utilizzato dalla medicina nell’800, ma è stato ormai abbandonato dalla medicina moderna.
Inoltre, i termini “ermafrodita” e “pseudo-ermafrodita” sono molto offensivi per le persone con disordini della differenziazione sessuale.
La maggior parte di queste persone appartiene al genere femminile o a quello maschile (nonostante possano manifestare problemi di infertilità e carenze ormonali) e conduce una vita relazionale normale.

L’uso di questi termini allude invece a una condizione “mostruosa” che suscita compassione nei lettori.
I medici che usano questi termini probabilmente non sono aggiornati e/o non hanno contatti con i pazienti e non conoscono le loro esigenze.

Inoltre, non bisogna affatto confondere Intersessualità e Transessualità (sebbene molti casi PAIS e quasi tutti quelli MAIS presentino situazioni di Disforia di Genere, ma questo è un altro discorso che esula dall’argomento trattato in questo post).

L’intersessualità è dovuta a uno sviluppo inusuale del feto, dovuto a cause genetiche o ormonali.
Il neonato può presentare sia caratteri maschili che femminili.

A volte il problema è evidente alla nascita a causa della presenza di genitali ambigui, altre volte non si nota niente fino allo sviluppo puberale.

Per quanto riguarda la transessualità, invece, dovrei ripetere argomenti già trattati più volte in questo blog.

Ma torniamo alla nostra situazione.
Nella CAIS, nota anche come forma completa della Sindrome di Morris, le gonadi (pur essendo di tipo maschile, cioè testicoli) producono ormoni che inducono la pubertà.

Infatti, anche se spesso si parla di ormoni maschili e ormoni femminili, sia l’uomo che la donna producono entrambi i tipi di ormoni, sebbene in quantità diverse.
Nelle donne CAIS, gli ormoni femminili (estrogeni) agiscono senza essere contrastati da quelli maschili (androgeni), ai quali il corpo è insensibile.

Per tutti questi motivi, i medici sono ormai orientati per la maggior parte ad evitare l’intervento chirurgico fino al termine dello sviluppo (intorno ai 18-20 anni).
Si noti l’età dell’intervento chirurgico, sinistramente coincidente con l’età di Caster al momento dell’operazione.

E il sito italiano sulla sindrome di Morris a questo punto riporta testualmente :

“Dopo questa età si consiglia l’intervento di asportazione delle gonadi (gonadectomia) per evitare il rischio di tumori.

Studi recenti fanno ritenere tuttavia che il rischio sia basso per le donne con la forma completa (CAIS), mentre sarebbe piuttosto alto nel caso della forma parziale (PAIS).

Nel caso CAIS quindi, si può prendere in considerazione l’idea di evitare l’intervento chirurgico, avendo cura di sottoporsi a controlli periodici”.

Conseguenze di questo fatto sono (faccio ancora un copy&paste) dagli archivi presenti nel mio blog :

“Una persona può avere organi genitali maschili e cromosomi di tipo XY e sviluppare in modo naturale un’identità di genere femminile, oppure viceversa.

Si ritiene che conoscendo i cromosomi, le gonadi e gli organi genitali si possano conoscere tutti gli aspetti dell’identità di genere e del sesso di un individuo. In realtà, ne conosciamo solo alcuni aspetti”.

Per cui è abbastanza chiaro che Caster Semenya sia una donna con coppia di cromosomi di tipo XY e non XX (e non come beceramente i massmedia ed i giornali la definiscono  al maschile).


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Le osservazioni cliniche che si possono fare sono le seguenti :

Aspetto del corpo femminile
Seno sviluppato con capezzoli poco sviluppati

Scarsa od inesistente peluria pubica e ascellare
Genitali esterni femminili

Vagina cieca
Genitali interni appena accennati o assenti

Gonadi consistenti istologicamente in testicoli interni
Gonadi producenti sia androgeni che estrogeni

Aumento di gonadotropine
Disordini nella produzione e nell’azione del testosterone

Tutte situazioni su cui i giornalisti hanno costruito ad arte dei racconti e su cui la federazione sudafricana ha speculato in maniera ignobile, come ho già avuto modo di ribadire.
Anche in IAAF queste informazioni sono note da anni.

Oltre al fatto che la sindrome di Morris è ampiamente conosciuta in ambito medico.
E se è bastato a me, non appena ho letto poche righe sui giornali sulle anticipazioni trapelate, per capire la situazione, vuoi che i medici sportivi all’avanguardia non sapessero della situazione sin dall’inizio ?

Inoltre, sembra che alla Semenya sia stato nascosto tutto (si parla di test antidoping della durata di ore e di “trattamenti umilianti”) e che “la giovane rimase sconvolta quando le furono scattate fotografie delle sue parti intime alla presenza di un team di medici“.

Il che, unito a tutti i fatti già trapelati sul rifiuto iniziale di ritirarsi senza medaglia, mi porta a pensare ancora di più che sia stata una pedina (e allo stesso tempo una vittima) di un gioco molto più grande di lei.
È stata una vittima sacrificale.

Perciò, in questo caso, auspico una severa punizione per i vertici della federazione sudafricana.
E grande rispetto per un’atleta che è stata sacrificata sull’altare del dio (volutamente in minuscolo) denaro.

Per concludere la trattazione del problema, citerò un fatto che praticamente tutti ignorano.

Si parla sempre di storie drammatiche, estreme e sensazionali.
Nella realtà, però, non è così.

La maggior parte delle persone e delle famiglie che si trovano ad affrontare questi problemi conduce una vita normale, incontra difficoltà e cerca soluzioni.

Soprattutto, avrebbero bisogno di informazioni e che anche gli altri conoscessero e comprendessero i loro problemi (come è stato il caso probabilmente della famiglia della Semenya).
Queste situazioni sono molto più frequenti di quanto si pensi.

Se la gente ne sa così poco è perché i tentativi di divulgazione attraverso i media si sono in genere rivelati inefficaci, se non addirittura controproducenti.
Esattamente come nel caso della transessualità.


Veronica