Dicembre 3, 2004 MacroEcoAnemia
PMI Italia ai minimi degli ultimi 14 mesi
Per il quinto mese consecutivo, a novembre, l’espansione del settore italiano dei servizi rallenta, facendo scendere l’indice Reuters/Adaci al livello di settembre 2003.
L’indicatore Pmi Italia per i servizi, basato sulle elaborazioni di Ntc Research, è infatti sceso a 53,1 da 54,4 del mese precedente, continuando tuttavia a mantenersi al di sopra della soglia critica di 50 che segna il limite tra contrazione e espansione.
“In Italia, senza dubbio, è il settore dei servizi a fornire lo stimolo più consistente per la crescita e credo che la situazione sia questa dalla metà del 2003“, commenta Chris Williamson, capo economista di Ntc Research, confrontando il dato odierno italiano con quello sulla manifattura di mercoledì, sceso al minimo e per la prima volta sotto 50 dopo 14 mesi.
“Tuttavia, sembra che il calo del settore manifatturiero stia avendo un effetto domino su quello dei servizi.
Allo stesso tempo, la scarsa fiducia dei consumatori tende a esacerbare il trend al ribasso”, aggiunge.
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Passando al dettaglio delle sottocomponenti, quella relativa ai nuovi affari evidenzia il diciassettesimo mese consecutivo di crescita, ma con un ritmo inferiore rispetto a settembre 2003.
Secondo le aziende interpellate, la domanda è rimasta sostenuta e l’efficacia delle campagne pubblicitarie è stata indicata come uno dei fattori che hanno contribuito alle vendite.
La crescita più lenta dei nuovi affari ha consentito alle imprese di ridurre ulteriormente il lavoro inevaso, con il dato di novembre – a 43,7 da 45,3 – che, al minimo da giugno 2003, indica come la contrazione prosegua da dieci mesi.
“In Italia, in particolare, il lavoro inevaso sta diminuendo più rapidamente rispetto alle altre quattro principali economie dell’area euro, lasciando presagire, per i prossimi mesi, un’ulteriore contrazione della crescita dell’attività“, aggiunge Williamson.
Il tasso di occupazione mostra un rallentamento rispetto al mese precedente, pur restando da nove mesi sopra la soglia critica di 50.
La componente dei prezzi applicati continua a mantenersi sotto quota 50 da dieci mesi, evidenziando la pressione concorrenziale tra gli operatori del settore, anche se a novembre si registra un rialzo rispetto al mese precedente.
Mentre le tariffe applicate sono in aumento, l’indice dei costi di produzione è in calo, passando a 59,9 da 60,8, mantenendosi comunque sempre oltre il livello di 50.
Secondo una nota, molte delle aziende interpellate hanno attribuito il livello attuale dei costi di produzione all’aumento del prezzo del greggio.
Le aspettative delle imprese sull’andamento futuro degli affari rimangono elevate, nonostante questa componente sia in rialzo rispetto al mese precedente.
Questo atteggiamento positivo è giustificato dalla possibilità che l’economia nazionale diventi più vivace.