Sessualità umana – guardare la parte oscura che sta dentro la nostra anima

Ottobre 7, 2024 Identità di genere

C’è la volontà di fare confusione per creare divisioni fra le persone, disinformando facendo leva sull’ignoranza, sugli stereotipi e sui ganci emozionali della gente comune, soprattutto di quella con meno cultura ?

La risposta è – sicuramente – sì.

Veronica Baker


Sessualità umana – guardare la parte oscura che sta dentro la nostra anima

Dunque, affrontare questo impegnativo argomento per molti significa dover guardare la parte oscura che sta dentro di loro e che vorrebbero a tutti i costi sopprimere.

Ecco perché pubblicherò alcuni articoli sul tema: in qualità di ricercatrice scientifica con più di venti anni di esperienza in questo campo, il mio scopo è mostrare come quella demoniaca alleanza fra governi, OMS e Big Pharma (il solito imprescindibile trinomio della falsità che ormai impera da decenni) abbia diffuso nel corso degli anni una sistematica menzogna a qualsivoglia livello, allo scopo di instaurare il ben noto concetto di “divide et impera”.

Frammentando ancora di più la società, anziché unirla.


Madre Natura ama la biodiversità.
Purtroppo, la nostra società la odia.

Milton Diamond

Disturbo dell’identità di genere“, “Transgender“, “Incongruenza di genere“, “Disforia di genere” sono termini utilizzati per indicare, secondo la definizione del “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” dell’American Psychiatric Association, quinta edizione (DSM-5), esseri umani che “… presentano una marcata incongruenza tra il genere a cui sono stati assegnati (di solito alla nascita, indicato come genere natale) e il loro genere vissuto/espresso“.

Sessualità umana
Il mio obiettivo, come sempre, è quello di fornire informazioni, utilizzando fonti autorevoli…

Il termine “transgender” è comunemente usato oggi nei media e in politica (immaginate un po’ il perché…), ma è assolutamente impreciso e privo di significato medico o scientifico, e genera confusione mentale e soprattutto controversie.

Per questo motivo non è mai stato mai utilizzato in questo blog dalla sottoscritta.

Il mio obiettivo, come sempre, è fornire informazioni affidabili, in questo caso su come assegnare e riportare correttamente i codici ICD-10-CM/PCS per gli argomenti trattati.

In questo blog, la fonte utilizzata è il DSM-5, perché la documentazione che i codificatori vedono nelle cartelle cliniche è solitamente basata sui criteri diagnostici e sulle definizioni del DSM-5.

L’ICD-10-CM classifica questa diagnosi come “disturbo dell’identità di genere“.
Il DSM-5 lo definisce “disforia di genere” e l’OMS, nell’ICD-11, lo classifica come “incongruenza di genere“; se aggiungiamo “transgender“, abbiamo quattro termini diversi che spesso si riferiscono allo stesso argomento.

Tutti questi termini sono sinonimi ?
La risposta è – per lo più – “sì”.

C’è la volontà di fare confusione per creare divisioni fra le persone, disinformando facendo leva sull’ignoranza, sugli stereotipi e sui ganci emozionali della gente comune, soprattutto di quella con meno cultura ?
La risposta è – sicuramente – “sì”.


Termini definiti

Disforia” (dal greco dysphoros, che significa “difficile da sopportare“) letteralmente indica uno stato profondo di disagio o insoddisfazione.
Tuttavia, il termine “disforia” non è limitato o sinonimo di “disforia di genere”.
Ad esempio, il codice 6 “Disturbo dell’umore post-partum” contiene il termine di inclusione “disforia post-partum“, alias “baby blues” o “tristezza post-partum”..

Il termine “incongruenza” può essere tradotto come “incoerenza” o “incompatibilità“.
Carl Rogers, PhD (1902-1987), psicologo americano e tra i fondatori dell’approccio umanistico alla psicologia, ha introdotto il concetto di incongruenza negli anni Cinquanta.

Sebbene l’uso generale del termine sia associato all’incoerenza o all’incompatibilità, Rogers definì la “congruenza” come la corrispondenza tra esperienza e consapevolezza.
Pertanto, “incongruenza” significa “mancanza di congruenza” o “sentimenti non allineati con le proprie azioni“.

Transgender – le definizioni variano, tuttavia “transgender” si riferisce generalmente all’identità di genere o all’espressione di genere che differisce dal sesso assegnato o dal sesso natale di una persona.
Ricordo ancora una volta che il terminetransgender” NON è incluso in nessuna delle descrizioni dei codici ICD-10-CM e NON è MAI utilizzato in alcuna definizione.

Identità di genere : è definita nel DSM-5 come “… una categoria dell’identità sociale e si riferisce all’identificazione di un individuo come maschio, femmina o, occasionalmente, qualche categoria diversa da maschio o femmina“.

Ovviamente, si tratta di una definizione volutamente ambigua e tendenziosa, dal momento che non esiste una “identificazione occasionale” che presupponga che questi ultimi esseri umani soffrano di un qualche disturbo di “identità di genere/disforia di genere”, ma piuttosto si ricade molto probabilmente in una diagnosi di travestitismo o di GIDNOS (entrambe trattate nel proseguo di questo articolo).

Naturalmente, la “identità di genere” non è un disturbo in sé, ma è semplicemente il genere con cui una persona si identifica.
Infatti, non esiste un codice ICD-10-CM per l'”identità di genere”.

Una volta definiti i termini, vediamo ora di risolvere la questione dal punto di vista della codifica.

Ecco i codici come appaiono nella tabella per la categoria F64 Disturbi dell’identità di genere.


F64.0 Transessualismo

Disturbo dell’identità di genere nell’adolescenza e nell’età adulta
Disforia di genere negli adolescenti e negli adulti

F64.1 Travestitismo a doppio ruolo

Usare un codice aggiuntivo per identificare lo stato di riassegnazione del sesso (Z87.890)
Da escludere in questa casistica : disturbo dell’identità di genere nell’infanzia (F64.2)
Da escludere in questa casistica :  travestitismo feticista (F65.1)

F64.2 Disturbo dell’identità di genere nell’infanzia

Disforia di genere nei bambini
Da escludere in questa casistica : disturbo dell’identità di genere nell’adolescenza e nell’età adulta (F64.0)
Da escludere in questa casistica : disturbo della maturazione sessuale (F66)

F64.8 Altri disturbi dell’identità di genere

Altra disforia di genere specificata

F64.9 Disturbo dell’identità di genere, non specificato (GIDNOS)

Disforia di genere, non specificata
Disturbo del ruolo di genere NOS

Altri termini, come appaiono nei codici, sono definiti nel seguente modo :

F64.0 Transessualismo, o “transessuale” quando si riferisce ad un essere umano, è definito nel DSM-5 come un essere umano “…. che cerca, o ha avuto, una transizione sociale da maschio a femmina o da femmina a maschio, che in molti casi, ma non in tutti, comporta anche una transizione somatica attraverso il trattamento ormonale intersessuale e la chirurgia genitale (chirurgia di riassegnazione del sesso)“.

I termini di inclusione sono “disturbo dell’identità di genere nell’adolescenza e nell’età adulta” e “disforia di genere negli adolescenti e negli adulti“.

F64.1 Travestitismo a doppio ruolo. Il termine o la diagnosi che più si avvicina al DSM-5 è “disturbo da travestimento“.
Appare nel capitolo “Disturbi parafilici“, non nel capitolo “Disforia di genere“.

I disturbi parafilici comprendono il disturbo voyeuristico, il disturbo esibizionistico, il masochismo sessuale, la pedofilia ed il travestitismo, quest’ultimo definito come “impegno in travestimenti sessualmente eccitanti”.

Il “travestitismo a doppio ruolo” compare nella revisione della ricerca ed è essenzialmente definito come un essere umano, di solito di sesso maschile, che indossa abiti del sesso opposto al fine di sperimentare l’appartenenza temporanea al sesso opposto, non ha alcuna motivazione sessuale per il travestimento e non desidera un cambiamento permanente nel sesso opposto.

F64.2 Disturbo dell’identità di genere nell’infanzia o “disforia di genere nei bambini”.

Forse vi state chiedendo perché, almeno per coerenza, la descrizione del codice F64.1 non sia “Disturbo di genere dell’adolescenza e dell’età adulta“.
La risposta è piuttosto semplice.

Nell’ICD-11, l’incongruenza di genere è stata spostata dai disturbi mentali in un capitolo completamente nuovo : capitolo 17, Condizioni relative alla salute sessuale.


Sessualità umana
In seguito i codici ICD-11 e le definizioni per l’incongruenza di genere nell’adolescenza o nell’età adulta (HA60) e per l’incongruenza di genere nell’infanzia (HA61)

In seguito i codici ICD-11 e le definizioni per l’incongruenza di genere nell’adolescenza o nell’età adulta (HA60) e per l’incongruenza di genere nell’infanzia (HA61) :

HA60 Incongruenza di genere dell’adolescenza o dell’età adulta

L’incongruenza di genere nell’adolescenza e nell’età adulta è caratterizzata da una marcata e persistente incongruenza tra il genere vissuto e il sesso assegnato alla nascita, che spesso porta alla volontà di “transitare” e di essere accettati come persone del genere vissuto, attraverso trattamenti ormonali, interventi chirurgici o altri servizi sanitari che permettano di adeguare il corpo dell’individuo, per quanto possibile, al genere vissuto.

La diagnosi non può essere assegnata prima dell’inizio della pubertà.
Il comportamento e le preferenze di genere non costituiscono una base per l’assegnazione della diagnosi.

Transessuale” e “transessualismo” sono termini inclusivi per il codice HA60.
Se confrontiamo F64.0 con HA60, vediamo che le descrizioni dei rispettivi codici sono cambiate, ma il significato rimane lo stesso.

HA61 Incongruenza di genere nell’infanzia

L’incongruenza di genere nell’infanzia si caratterizza per una marcata discrepanza tra l’esperienza e il genere espresso da una persona e il sesso assegnato in età pre-puberale.

Tale condizione si manifesta attraverso un forte desiderio di appartenere a un genere diverso da quello assegnato, una forte avversione da parte del bambino verso la propria anatomia sessuale o le caratteristiche sessuali secondarie previste e/o un forte desiderio di caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie che corrispondono al genere sperimentato ; nonché attraverso giochi di fantasia, giocattoli, giochi o attività e compagni di gioco che sono tipici del genere sperimentato piuttosto che del sesso assegnato.

L’incongruenza deve essere presente da almeno due anni.
Il comportamento e le preferenze variegate rispetto al genere non costituiscono di per sé una base per l’assegnazione della diagnosi.


Ora che i tutti i termini tecnici sono stati definiti, vediamo alcuni possibili esempi tratti dalla vita di tutti i giorni.
Purtroppo, come ben sappiamo, la disinformazione sull’argomento è molto diffusa e i politici (ma anche, purtroppo, molti medici) di tutti gli schieramenti giocano abilmente sui ganci emozionali della gente per confondere ancora di più le acque, per fini prettamente elettorali (mantenere il proprio orticello di fedelissimi).

Esempio 1 : un essere umano adulto con diagnosi di “disforia di genere” si presenta per un intervento di riassegnazione degli organi genitali da maschili a femminili. Codice F64.0 : transessualismo.

Esempio 2 : un uomo viene trattato per l’ansia dovuta al fatto di essersi vestito segretamente per anni con gli abiti della sua ragazza ed alla paura di essere scoperto.
Gli viene prescritto un ansiolitico dopo un’anamnesi. Codice F64.1: travestitismo a doppio ruolo.

Esempio 3 : una bambina di 10 anni viene portata dal pediatra perché ha chiesto un pallone da calcio per il suo compleanno.
Il pediatra, dopo averne parlato con la bambina, ha constatato che desidera il pallone solo per giocare con i suoi fratelli, non prova alcun disagio e non ha mai manifestato il desiderio di essere un maschio.
Non le viene prescritto nulla e non le viene raccomandato alcun trattamento o consulenza. Non viene assegnato alcun codice.

Esempio 4 : un essere umano adulto di sesso maschile è sottoposto a un forte stress perché crede fermamente di non poter soddisfare le aspettative della sua famiglia riguardo ai ruoli di genere. Codice F64.9 Disturbo dell’identità di genere, non specificato.

Esempio 5 : una persona è stata ricoverata per un intervento chirurgico di routine.
Durante il processo di ammissione, le è stato chiesto di indicare il proprio sesso.
La persona si è rifiutata di dichiarare il proprio sesso, affermando di non identificarsi né come maschio né come femmina, in quanto non crede nel “concetto di genere”.
Viene documentato che la sua identità di genere è “al momento sconosciuta”. Non viene assegnato alcun codice.



La controversa figura del Dr. Alfred Kinsey

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Consiglio di fare molta attenzione ad alimentare certi correnti di pensiero…

Nel 1948 – quindi poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, la figura controversa del dottor Alfred Kinsey presentò alla società americana due libri ben distinti (Sexual Behavior in the Human Male nel 1948 e Sexual Behavior in the Human Female nel 1953).

In questi libri, il dottor Kinsey fornì un’istantanea delle pratiche sessuali della popolazione, non solo adulterio ed omosessualità (all’epoca tematiche davvero tabù per l’opinione pubblica), ma anche sadomaso, voyeurismo e masturbazione.
E, purtroppo, anche pedofilia e zoofilia.

All’inizio, il ricevimento di questo lavoro da parte della società americana, ancora decisamente puritana, fu piuttosto freddo, anche perché il Dr. Kinsey accusò (in parte a ragione) i suoi contemporanei di ipocrisia e di “impedimenti” a una sessualità felice e sfrenata.

Successivamente, contro-studi hanno dimostrato che Kinsey aveva gonfiato i suoi risultati di un fattore da 1 a 10 per presentare una società con una maggiore propensione a pratiche sessuali “devianti”.

È probabile che i suoi studi avessero anche lo scopo di farlo sentire meno in colpa per le sue presumibili pratiche sessuali “devianti” come la zoofilia e la pedofilia, che non erano le uniche, come invece affermano alcuni nuovi “inquisitori” che non vedono l’ora di riportare indietro le lancette del tempo di qualche decennio.

Certo, è ben noto che nel cosiddetto programma del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (a partire dai ben noti Protocolli di Zion) siano da sempre presenti delle vere e proprie aberrazioni della natura come, ad esempio,  lo sdoganamento della pedofilia, la ipersessualizzazione dei bambini sin dall’infanzia e la distruzione del concetto di famiglia “tradizionale”.

Ma consiglio di fare molta attenzione ad alimentare certi correnti di pensiero che stanno diffondendosi pericolosamente soprattutto in Europa e che ambiscono a reintrodurre un’Inquisizione degna di Torquemada, anziché proporre un modello di sessualità sana e non deviata.
D’altra parte, è risaputo che il continente europeo si stia sempre più islamizzando e che questa religione non è certo molto aperta nel trattare certi argomenti.

In poche parole, molti politici “tradizionalisti” che appaiono alle masse come degli strenui “oppositori” del Nuovo Ordine Mondiale in realtà sono dei fiancheggiatori occulti.





Una vita ai margini della società

Nello studio che sto per presentarvi, verranno esaminate le condizioni sociali e legali in cui vivono molte persone affette da disforia di genere.

Le ricerche esaminate mostrano come la maggior parte di loro viva ancora ai margini della società a causa dello stigma, dell’esclusione dalla vita sociale e lavorativa, della violenza e, di conseguenza, di una diffusa cattiva condizione della salute.

Alcuni Stati stanno adottando misure per affrontare le questioni relative ai diritti umani e garantire una migliore protezione legale, ma queste misure sono ancora troppo limitate e non sono affatto sufficienti a garantire una vita normale.

La soluzione al problema non sta nell’applicazione di “leggi”, ma nella conoscenza.



Veronica