Si salvi chi può

Febbraio 15, 2009 MacroEcoAnemia


Si salvi chi può

Osservando dall’esterno il mondo industriale e facendo consulenza ad alcune aziende locali che, incautamente e oserei dire scelleratamente, non hanno voluto dare ascolto ai miei richiami, che ho ripetuto loro almeno da un anno (il blog lo può dimostrare), sto assistendo al crollo dei loro fatturati e dei loro ordini.

La crisi era già profonda per molti, ma si è acuita solamente nelle ultime settimane, e continuo a ripetere che il peggio deve ancora arrivare.

Spesso si parla dell’Italia che, in termini di indebitamento complessivo (cioè la somma tra quello pubblico e quello privato), è messa meglio di altri.

Non si cita mai il fatto che i termini di pagamento tra aziende in Italia sono molto più lunghi rispetto ad altri paesi.


Si salvi chi può


Ciò crea un effetto leva aggiuntivo rilevante nel sistema produttivo italiano che opera con il credito.
Si tratta di credito basato appunto sulla fiducia che il pagamento avvenga a scadenza.
Tuttavia, con la crisi, questa certezza non solo è venuta a mancare, ma in molti casi si è trasformata in una certezza di non incasso.

Il sistema si inceppa, perché la crisi di liquidità si ripercuote a catena sulle altre aziende, creando difficoltà operative molto rilevanti.
Se la crisi durerà ancora diversi mesi (a mio modo di vedere, un evento inevitabile), temo che questa situazione porterà al blocco produttivo anche delle realtà che potrebbero resistere se non si aggiungesse il dettaglio dei mancati incassi.

Molte banche italiane hanno poca liquidità e sono perciò costrette ad applicare tassi più elevati rispetto a quelli applicati da alcuni concorrenti.
I fondi da destinare al settore produttivo sono ormai esigui.


fiat professional


Per quanto ne so, Fiat ha già bloccato unilateralmente la maggior parte dei pagamenti verso i fornitori da circa due mesi.
Ansaldo non paga da quasi un anno ed è al verde.

Altre importanti aziende della mia zona sono a un passo dalla chiusura.
Molte altre aziende di medie dimensioni hanno già chiuso i battenti.

Probabilmente si vuole salvaguardare la scarsa liquidità in previsione di situazioni ancora più serie a breve, vista la cassa integrazione che non permette di produrre e fatturare.
Tuttavia, dato che i pagamenti nel settore industriale in questione sono già solitamente superiori ai 120 giorni, ora potrebbe diventare difficile mantenere vive certe aziende.

Il mio timore è che la catena possa spezzarsi e che le banche non siano in grado di sostenere la situazione a lungo.

Si salvi chi può.


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