Socialismo bancario

Aprile 11, 2008 MacroEcoAnemia


Socialismo bancario

Il Fondo Monetario Internazionale stima che le perdite totali, come effetto del crack dei mutui subprime, ammontino a 1000 miliardi di dollari.

Finora le perdite accertate ammontano a circa 300 miliardi, ma, come dichiarato ieri da Jaime Caruana, direttore del Monetary and Capital Markets Department del FMI, “lo shock del credito originato dalla crisi dei subprime è destinato a peggiorare in un contesto di significativo rallentamento economico”.


Socialismo bancario


Insomma, la crisi si sta estendendo a tutto il sistema creditizio e i tassi di default sui pagamenti sono destinati a crescere.
A questo punto, la domanda “Che fare ?” rimbalza in tutto il mondo.

La risposta è stata data due giorni fa dallo stesso Strauss-Kahn in un’intervista al Financial Times.

Secondo il direttore generale del Fondo, la soluzione è una sola : “Sta diventando evidente la necessità di un intervento dei governi“.
Strauss-Kahn in passato è stato ministro dell’Economia in Francia.

Di formazione è socialista e forse è per questo che lancia la proposta del “socialismo bancario“.
Un socialismo a senso unico : la sua proposta è una “socializzazione delle perdite“.

Ma la proposta di Kahn non è una sua iniziativa personale.


Strauss Kahn


L’intervento pubblico (per salvare il sistema creditizio) è diventato una costante : lo hanno praticato in Gran Bretagna con la Northern Rock, negli Stati Uniti con il salvataggio della Bear Stearns e lo praticano quotidianamente le banche centrali nei confronti delle istituzioni che vanno in crisi di liquidità temporanea, una operazione tecnicamente chiamata “Window Dressing“.

Inoltre, c’è una commissione del Fondo monetario presieduta da Mario Draghi, governatore di Bankitalia, che a fine settimana approverà le indicazioni di Strauss-Kahn, proponendo che, dove non arrivano i capitali privati, è necessario l’intervento del capitale pubblico.

Insomma, il “socialismo bancario” sta trovando sempre più sostenitori.


draghi


Ciò che più sorprende è che tutto ciò va contro i principi basilari delle leggi economiche, oltre a ledere l’essenza stessa del capitalismo (quello sano).

In pratica, prima le banche e le varie istituzioni finanziarie speculano, poi fanno perdite e poi pretendono di coprirle scaricandole sulla gente comune, con l’intervento del capitale pubblico a sostegno delle loro perdite ?


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Il salvataggio del sistema bancario da parte di governi e banche centrali è ovviamente necessario, perché le conseguenze di un crollo sarebbero inimmaginabili e devastanti per tutti.

Ma, allo stesso tempo, dovrebbero essere allontanati tutti quei banchieri (naturalmente con il loro codazzo di Ph.D. in algoritmi finanziari, i loro collaboratori e portavoce) che hanno causato questo caos a livello finanziario, andando contro ogni logica finanziaria, manipolando i cicli economici a loro piacimento e infrangendo ogni legge della natura.

Non si può pensare di manipolare un sistema, qualunque esso sia, a lungo, perché alla fine tutto ti si ritorce contro.
Così come non si può scaricare le loro perdite sui comuni cittadini, perché inondando il mercato di liquidità si crea naturalmente iperinflazione.

In uno scenario di stagflazione, che si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo, sarebbe una scelta da evitare.


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